La terapia omeopatica nelle allergie di stagione
Proprio i limiti delle terapie farmacologiche e della terapia desensibilizzante giustificano e impongono al medico e ai pazienti la ricerca di mezzi di cura più idonei, sia nel caso delle semplici manifestazioni acute, sia al fine di prevenirne il ripetersi, senza dover necessariamente imporre al paziente spiacevoli rinunce alle proprie abitudini di vita.
E così nelle manifestazioni acute delle reazioni allergiche, molto utili si riveleranno quei rimedi sintomatici prescritti in relazione alla peculiarità dei disturbi lamentati dalla persona. Per meglio comprendere questo aspetto, osserviamo come nelle riniti e rinocongiuntiviti oltre ai sintomi propri della malattia saremo portati a verificare se la secrezione nasale irrita o meno i margini del naso, se si ha lacrimazione, e se questa è più o meno bruciante, se le manifestazioni presentano orari caratteristici di peggioramento così come situazioni atmosferiche o ambientali, giungendo così a poter scegliere tra Allium Cepa, Euphrasia o Nux Vomica - solo per citare pochi esempi - rimedio quest’ultimo in cui prevalgono il senso di otturazione nasale e l’ipersensibilità a odori e profumi. Utilizzando la stessa metodologia, poi, se l’allergia si manifesta soprattutto con crisi asmatiche, verificheremo l’orario del giorno in cui queste sono più frequenti, le condizioni atmosferiche che le scatenano, le modalità di aggravamento e miglioramento, ed eventuali sintomi mentali ad esse associati: e così, ad esempio, in persone le cui crisi notturne compaiono tra l’una e le tre del mattino e si accompagnano a notevole ansia e agitazione fisica saremo indotti a prescrivere Arsenicum Album, mentre Kali Carbonicum sarà più indicato in coloro che presentano le crisi tra le due e le quattro del mattino e Natrum Sulfuricum quando le stesse compaiono dopo esposizione al freddo umido.
Ma senza dubbio il campo della prevenzione è quello in cui l’omeopatia può fornire ai pazienti allergici i servigi migliori, senza farli incorrere nei possibili effetti collaterali dei cortisonici e degli antistaminici, e senza richiedere loro periodi di adesione alla cura così prolungati come nel caso delle terapie di desensibilizzazione. Conoscendo, infatti, le caratteristiche peculiari di ogni rimedio omeopatico, quelle caratteristiche, cioè, capaci di individualizzare ogni singolo caso di malattia, così da far apparire il malato che si nasconde dietro questa, con le sue ansie, le sue irragionevoli paure, e le inclinazioni temperamentali che lo contraddistinguono, è possibile trattare l’ipersensibilità fisica, respiratoria o cutanea che sia, riconoscendola come l’espressione più evidente di un’ipersensibilità più profonda ed emotiva, che è andata progressivamente strutturandosi nella persona come effetto dell’ereditarietà, dell’educazione ricevuta, delle esperienze personali e del modo individuale di reagire a queste. Si capisce bene, quindi, che senza agire su questa ipersensibilità, su questa iperreattività, solo apparentemente separata da ogni relazione con i sintomi fisici della persona, ed invece strettamente connessa ad essi - come ci rivela l’omeopatia e la sua visione unitaria dell’essere umano - non sarà possibile ottenere che una remissione parziale dei sintomi, in quanto di tale aspetto locale non si sarà giunti ad identificare l’effettiva causa scatenante, in altre parole: l’ipersensibilità a tutto ciò che circonda la persona, ancor prima dei pollini: le situazioni più disparate, alcune persone del suo ambiente, determinati comportamenti di terzi, ecc.
E’ così ad esempio che il precipitoso Argentum nitricum, sempre particolarmente in ansia tutte le volte che si trova al cospetto di una prova impegnativa, manifesterà ancor di più la sua emotività, fino alla comparsa di veri e propri attacchi di panico, specialmente negli ambienti chiusi o affollati, o ancora in presenza di spazi aperti, oppure di posti elevati, mentre Silicea, dal carattere notoriamente gentile e accomodante, a tratti quasi rassegnato, si mostrerà sproporzionatamente irritabile in presenza di quelle circostanze che rievocano in lui la sua insicurezza di fondo, e quindi la paura di non essere all’altezza della situazione, come può accadere prima di un esame, un colloquio od una particolare esibizione; ancora Ignatia, che manifesterà la sua iperemotività soprattutto in conseguenza di contrarietà e dispiaceri, i quali la spingeranno facilmente a isolarsi per piangere, e rimuginare mentalmente ogni triste episodio, mentre Phosphorus, particolarmente sensibile alle sofferenze altrui, lo sarà ancor di più in presenza di determinati fenomeni atmosferici, come il temporale ad esempio; abbiamo poi Pulsatilla, dal carattere timido e ipersensibile, che manifesterà tutto il suo pudore e la sua insicurezza sotto forma di imbarazzati ed imbarazzanti rossori della cute del viso. Ci sono ancora rimedi che presentano una particolare sensibilità alle offese altrui: penso in particolare a Lycopodium, dal carattere sovente autoritario, che proprio per questo poco sopporta qualsiasi manifestazione di intolleranza alle sue ragioni; Natrum muriaticum, che a seguito di ogni piccola offesa si isola e comincia a ripensare a guai e dispiaceri del passato senza possibilità di fornirgli alcun conforto, e Staphysagria che, quando offeso, trattiene la collera e l’indignazione pur di non mostrare il lato più debole del suo carattere. Infine, un rimedio molto spesso utilizzato per la cura delle allergie è Sulfurche, particolarmente quando è ancora in buona forma psicofisica, non ama privarsi mai di nulla, in modo particolare dei piaceri della tavola, assolutamente convinto della sua straordinaria salute. Proprio per questo, però, spesso finisce per sovraccaricare il suo organismo, e allora, con una caratteristica periodicità, le reazioni allergiche, anche particolarmente intense, si succederanno allo scopo di porre rimedio, per quanto possibile, ai suoi ripetuti stravizi.
Sono questi solo pochi esempi che ci dimostrano come sia difficile, ma anche straordinariamente stimolante cercare di guarire anche il sintomo più banale, piuttosto che semplicemente provare a sopprimerlo, come normalmente accade con i farmaci tradizionali. Tutto questo si può realizzare mediante la comprensione di alcune peculiarità che differenziano la medicina omeopatica da quella tradizionale. Gli aspetti peculiari a cui mi riferisco sono, da una parte la possibilità, attraverso una metodica decisamente raffinata, di riconoscere e trattare il malato che si nasconde dietro ogni disturbo, anche il più banale, giungendo così ad eliminare le cause e non semplicemente gli effetti delle malattie, e dall’altra parte l’utilizzo di strumenti di cura capaci di agire nel pieno rispetto della fisiologia dei processi vitali, ovvero senza stravolgerli o modificarli - al punto tale da far insorgere, accanto ad effetti apparentemente benefici, un altrettanto cospicuo numero di effetti nocivi - bensì riuscendo a riportare l’armonia necessaria al loro libero fluire, armonia che, resa permanente da opportune ripetizioni del rimedio, si opporrà con sempre maggiore tenacia alla ricomparsa dei sintomi. Tutto questo si tradurrà in una ritrovata adattabilità dell’organismo intero, coinvolgente cioè anche la sua sfera emotiva, che permetterà alla persona di non esitare più in comportamenti esagerati di fronte a situazioni innocue, gratuite provocazioni, imposizioni esterne o personali, afflizioni affettive o esasperate insicurezze, rendendo così più facile il ritorno a quella leggerezza del cuore, che in ogni circostanza, anche la più spiacevole, fa guardare alla speranza quale unico sostegno possibile di quel cammino verso la Verità smarrita che, in un processo di reciproca fusione, permetterà alla persona di tornare a sentirsi frammento sempiterno di un creato, non più avvertito, finalmente, come incomprensibile nemico della propria esistenza.
Fonte www.omeopata.org